Liborio Romano: olio su tela
Casella di testo: Liborio Romano: olio su tela 
 

 

 

 
 
  Giuseppe Saverio Poli

    Antesignano della moderna biologia(1)

  

 

                                                                  

 

 


Biografia per gli alunni della scuola media a lui intitolata

   

Giuseppe Saverio Poli nacque a Molfetta il 26 ottobre 1746 da Vitangelo e da Eleonora Corleo.

            Fin dai primi anni di vita mostrò un ingegno pronto e acuto, uno spirito indagatore,  una curiosità sempre desta ed una grande versatilità che lo condussero ad eccellere in diversi campi del sapere.

            Studiò nelle scuole pubbliche dei Gesuiti e nel Seminario della Diocesi Molfettese.

            All’età di 18 anni (1765), ottenne dal Vescovo (Celestino Orlandi) la tonsura e gli ordini minori ma l'anno successivo abbandonò l'abito clericale e si iscrisse all'Università di Padova per studiare medicina. Qui si dedicò alacremente allo studio della anatomia, della filosofia, della botanica e continuò a coltivare la lingua greca e quella latina apprese nei suoi studi classici, la teologia e le scienze naturali.

            All’età di 24 anni (1770) si stabilì a Napoli ma, dopo qualche tempo, i genitori lo vollero a Molfetta per l'esercizio della professione di medico. Da poco ritornato a casa, alcuni autorevoli amici di famiglia, tra cui Ciro Saverio Minervini (1734-1805), convinsero il padre a non costringerlo a vivere nell'angustia del proprio paese e a consentirgli maggiore autonomia per il raggiungimento di più ambiti traguardi.

   Giuseppe Saverio, quindi, fece ritorno a Napoli dove fu chiamato ad insegnare storia e geografia nell'Accademia Militare (attuale Nunziatella) e dove, a  31 anni (1777), pubblicò le prime lezioni.

             Ottenne allora da Ferdinando, Re di Borbone, l'onore dell'uniforme militare, il grado di Luogotenente e un diploma di lode.

             In quel periodo si dedicò con vivo ardore alle scienze della natura e seppe conquistarsi il nome di valente fisico, tanto da essere incaricato dalla stessa Accademia della scelta e dell’acquisto di apparecchi fisici sia in Italia che all’estero.

            Nelle sue visite in Italia, in Germania, in Olanda, in Inghilterra e in Francia ebbe contatto con i fisici più rinomati d'Europa e con altri studiosi e strinse con loro rapporti d'amicizia.

            Qualche tempo dopo il suo ritorno a Napoli, ebbe l’incarico di docente di scienze fisiche nell’Ospedale degli incurabili di quella città, con gli onori di Professore della Regia Università degli Studi.

            In quel periodo scrisse le sue osservazioni sul tuono e sulla folgore, raccolte nella pubblicazione intitolata “Formazione del tuono, della folgore e di altre meteore", e per la chiara fama conquistata, per la sua probità, per la sua indole, fu prescelto dal Re Ferdinando di Borbone quale istitutore  per il Principe ereditario Francesco.

            All’età di 38 anni (1784) scrisse delle memorie, poi pubblicate quattro anni dopo, concernenti l'elettricità, il magnetismo e le sue applicazioni mediche.

            A 41 anni (1787) scrisse gli "Elementi della fisica sperimentale" che per il rigore scientifico e la valenza didattica fu adottato in collegi, licei, Università d’Italia e fu studiato da scienziati non solo italiani ma di altri paesi europei tanto che, dopo varie ristampe, nel 1822, a tre anni dalla sua morte avvenuta all’età di 79 anni, egli diede alle stampe una nuova edizione, in cinque volumi, arricchita delle nuove scoperte e delle nuove teorie.

            Scrisse inoltre sul galvanismo e sul Vesuvio ma l'opera che l'impegnò maggiormente e che lo rese celebre in tutta Europa fu "Testacea utriusque Siciliae, eorumque historia et anatome tabulis aeneis", stampata a Padova in due volumi, uno nel 1791 (all’età di 45 anni)  e l'altro nel 1795 (all’età di 49 anni), con bellissime tavole illustrate. Un'opera pregevolissima per la numerosità e per la scelta delle conchiglie, per l'accuratezza delle descrizioni delle caratteristiche e delle proprietà di ciascuna, per la proprietà delle disquisizioni scientifiche ma anche per la bellezza delle incisioni, per la proprietà dei colori, per l'eleganza delle stampe.

Il Poli diede inizio alle ricerche sui testacei delle Due Sicilie (molluschi nella odierna classificazione zoologica)(2) probabilmente spinto da alcune considerazioni di celebri naturalisti del tempo che avevano tacciato di ignoranza e di pigrizia gli abitanti delle coste dell'Adriatico e del Mediterraneo per non essere mai riusciti a dare un fattivo contributo alla conoscenza della fauna marina di quei mari(3) .

Incominciò, quindi, a visitare i più accreditati musei d'Europa dove erano conservati animali marini, per esaminare le varie specie viventi nei loro siti nativi, ad individuarne proprietà, strutture, fisiologie,  consultando pescatori e marinai.

            Intanto nei suoi viaggi in Inghilterra, in Olanda, in Francia e in altri paesi raccolse testacei di tutti i mari che insieme ad una stupenda collezione di conchiglie del Regno di Napoli e di Sicilia, costituirono un museo degno dell'ammirazione dei naturalisti.

            Quando, nonostante la vegliarda età, si accinse ad ampliare la sua opera più importante, si ammalò gravemente e raccomandò al professor Stefano Delle Chiaie di curare i materiali di studio già raccolti ed elaborati per essere pubblicati.

            Il Re Francesco di Borbone, nel frattempo asceso al trono del “Regno delle Due Sicilie”, diede a Giuseppe Saverio Poli una testimonianza della sua stima  conferendogli, in aggiunta al titolo di Cavaliere dell'Ordine Reale di San Giorgio, l'onore di Commendatore dell'Ordine di San Ferdinando.

            Lo stesso Francesco, Re di Borbone, gli riconfermò il suo affetto, recandosi al suo capezzale poco prima della sua morte avvenuta in Napoli il 7 aprile 1825 (a 79 anni d’età).

            “In Poli videsi il raro esempio di una alleanza felice tra le più belle ed esimie virtù e il saper più squisito ed eletto....... Molfetta, ove nacque, giunse a più alto grado di celebrità per la gloria riflessa in lei dal merito insigne del nostro filosofo.……..Possa  intanto, eccitata da sì illustre esempio, accendersi di bella emulazione la gioventù e tentare animosa il sentiero istesso ch'egli percorse.....”(3).

   

(a cura del preside prof. Saverio Binetti)

 

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NOTE:

(1)   M. Tridente – Il molfettese Giuseppe Saverio Poli, antesignano della moderna biologia - Estratto dall’archivio storico pugliese – anno III, fascicolo III – IV – Grafiche A.Cressati, Bari 1951;

Gerardo De Marco in “L’altra Molfetta” – luglio 1990 - pag.19

(2)   Per l’approfondimento sugli studi malacologici del Poli vedasi: Rocco Enrico Chiapperini – Gli studi malacologici di Giuseppe Saverio Poli – in “Studi Molfettesi”, rivista del Comune di Molfetta, gennaio-aprile 1997, pagine 31-65.

(3)   in “Elogi” dell’abate Serafino Gatti, Vol. I, Napoli – Stamperia e cartiera del Fibreno, 1832 – pagine 188-223.